Giorno 13 Mong - Dingboche
Per recuperare dobbiamo forzare e arrivare a Dingboche. E’ un percorso molto lungo con diversi sali e scendi. Se arriviamo alla meta prevista, oltre a camminare per molti chilometri scenderemo per oltre 850 metri saliremo per più di 1250 metri fino a 4380. In questo modo ci mancherà solo mezza giornata al già ambizioso piano iniziale.
Cominciamo di buona lena. Dopo colazione con “Tibetian bread”, la solita maxi fritella, e tanta marmellata giochiamo un po’ con l’allegra figlia della padrone. Il sole splende. E’ una buona giornata, lo sento.
Guido la marcia in discesa e detto il tempo. Abbiamo un buon passo che Kul segue a malapena. Arriviamo al bivio Gokyo-Campo Base che avevamo imboccato all’andata. Seguiamo l’altro senso e ci troviamo a Phunki Tenga a 3250 metri, ancora più basso di Namche Bazar. Le ginocchia hanno retto la veloce discesa. Ora comincia un’altra parte molto dura, stavolta in salita fino a Tengboche. Franta passa in testa e stavolta è lui a marciare a ritmo costante. Solitamente perdo contatto, ma stavolta, grazie al giusto ritmo impartito da Franta, riesco a seguirlo e in un tempo inaspettato arriviamo a Tengboche. Siamo sulla strada giusta.
La vista a Tengboche è fantastica. Davanti a noi Ama Dablam è bellissima. Diamo una breve occhiata al monastero e, una volta appurato che i prezzi sono elevatissimi in questo villaggio turistico, scendiamo a Dengboche. Un centinaio di metri più in basso, ma a costi contenuti. Il Dal Bhat che spazzolo mi da energie per il resto del tragitto.
A Pangboche, un accogliente villaggio a 3989 metri, ci fermiamo per un’ora a lavare delle magliette al fiume con i locali. Siamo avanti rispetto alla tabella di marcia e ce lo possiamo permettere. Leghiamo i panni lavati allo zaino così il sole e il vento li possano asciugare e ripartiamo.
Noto che il sentiero che porta al campo base è largo e non presenta le difficoltà di quello per Gokyo. Non ho motivo di temere le vertigini o gli scivolamenti dovuti al fango. Kul tira il fiato dietro di noi, ma lo convinciamo a continuare fino a Dingboche. Arriviamo al villaggio dopo otto ore di trekking. Siamo tutti e tre soddisfatti.
E’ una giornata di rivincita quella di oggi, ma non abbiamo recuperato interamente il tempo perduto. Vediamo l’unica possibilità nel saltare un villaggio, Duglha. E’ una mossa rischiosa perché è una sosta di acclimatizzazione per evitare un salto troppo alto di 600 metri verso Lobuche, ma dovremmo essere abituati a tale altitudine. Decideremo domani. Nel frattempo abbiamo in programma un altro 5000. Domani saliremo a Chhukung Ri. Non vedo l’ora di testare il mio fiato a quei livelli.
- blog di Unprepared Andrea
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