Cina

Flamenco cinese

Jose alla chitarra ritmica, Jorge alla leading guitar e voce, Carlos basso e Aziz alle percussioni.
Pechino Guitar festival, parco Haidian. Sul palco quattro cinesi suonano flamenco, un flamenco cinese. Jorge ha i capelli lunghi e occhiali da sole anche se è buio quando inizia il loro concerto. Carlos è sulla sinistra, quasi si nasconde. Jose sta un passo dietro al cantante e ha dei capelli lunghissimi fino alle anche, ovviamente neri e lisci come tutti i cinesi. Aziz invece è seduto e indossa una maglietta con scritte arabe e ha una faccia medio orientale ma con gli occhi a mandorla adornata da un curato pizzetto, un mussulmano cinese.

Shanghai e l'Expo mondiale

Prima di arrivare a Shanghai ci fermammo a Hangzhou. Scendemmo dal treno alla stazione Sud, lontanissima dal centro e convinti di essere in quella Centrale proseguimmo a piedi. Dopo alcuni chilometri tra palazzi e centri commerciali cominciammo a chiedere in giro dove eravamo. Nessuno ci rispondeva, e non tentavano nemmeno di cercar di capire cosa volevano quattro turisti chiaramente persi. Finalmente incontrammo una signora che ci indico l’autobus da prendere. In tre quarti d’ora arrivammo in centro. E noi volevamo camminare fino a lì…

Il carso cinese a Yangshou

Lo spettacolo di Yangshou è unico e fa impallidire l’idea di Carso che portavo con me dagli anni dell’Università. Le montagne rocciose s’innalzavano dalla terra come una letto di aculei di un fachiro e attraverso esse scorreva il fiume e ovunque campi di riso e piste ciclabili. Ovunque c’erano pure venditori di ogni genere di tour e prodotti che in un non inglese mi bloccavano ad ogni angolo. Il primo maggio si avvicinava e si stavano scaldando per la marea di turisti che si sarebbe presto riversata nella cittadina turistica.

Hong Kong e Macau una giungla di grattacieli e verde

Hong Kong, Cina o no? Se ho avuto bisogno del passaporto per entra a Hong Kong dalla Cina, allora Cina proprio non è. E neppure i cinesi ci possono andare senza il permesso. Quindi per me, Hong Kong non era lo stesso Paese che avevo appena attraversato.

Gli altissimi grattacieli che mi accolsero e la marea di gente che di corsa andava per strada, forse non sapendo bene dove, ma l’importante era correre, mi fecero capire che mi trovavo altrove e che non era la stessa nazione dove avevo preso il treno alla mattina.

Sangri-La e la gola della tigre saltante

Non si può dire di aver viaggiato in autobus se non si è mai saliti su un autobus a lunga percorrenza cinese con i lettini per passarci la notte. Ci sono tre file di letti singoli a castello dove i piedi si infilano sotto il letto di chi sta davanti in un buco che diventa cuscino rigido. Inoltre se si arriva alla mattina presto o nel cuore della notte, si può rimanere a bordo a dormire.

Al settimo cielo con Micheal Schumacher

Avviso: parte di questa storia non è reale. E' un po' lunga, ma quando entra di scena Michael Schumacher, cambia marcia.

Dovevamo alzarci alle otto e partire subito. Uscimmo dall’Hotel Teddy Bear alle 11 e prendemmo l’autobus per il Monte Emei alle 12 arrivando all’inizio della nostra salita soltanto intorno alle due del pomeriggio.

Chengdu e il grande Budda

Dopo due giorni di treno, QUARANTACINQUE ORE, arrivammo a Chengdu. Eravamo finalmente in Cina! Nella Cina che volevo toccare con mano.

L'altopiano tibetano

Attraversare il confine tra Nepal e Cina via terra è una formalità non tanto lunga. Dopo cinque giorni di attesa a Kathmandu, finalmente ricevemmo l’OK da Mister Kul. Il confine era aperto e l’avremmo attraversato in autobus. Un viaggio di sette giorni ci avrebbe portato a Lhasa attraverso il Tibet e poi avremmo continuato in treno per due giorni fino a Chengdu, in Sichuan.