Pakistan

3. Foto Pakistan

I cristiani di Lahore

Non capita spesso di cenare seduto per terra in una stanza al primo piano dove si officiano funzioni cristiane nel cuore della città vecchia di Lahore in una repubblica islamica come il Pakistan.

Incontrammo i cristiani di Lahore durante la nostra visita alla moschea. Quale posto migliore per incontrare i pochi non mussulmani in Pakistan, no? Inizialmente Mister Peter, come lo chiamavano i suoi amici, ci avvicinò offrendo il suo aiuto come guida.

Food street a Lahore, gioie e dolori

A Lahore ci abbuffammo come non mai. Sfortunatamente con conseguenze poco piacevoli…

Arrivammo a Lahore la notte del 31 dicembre 2009. Avremmo passato capodanno in Pakistan e sapevamo che nei Paesi mussulmani non si festeggia con il veglione di San Silvestro, festa prettamente commerciale di stampo occidentale e esportata nei Paesi che ci copiano ma che non si mescola molto bene con l’Islam e il calendario arabo. Speravamo che a Lahore, seconda città del Pakistan e centro educativo e culturale, ci fosse almeno una comunità internazionale che festeggiasse. Invece ci ritrovammo in giro per la Food Street piena di gente che mangiava, ma che non festeggiava. Avremmo dovuto passare un capodanno senza brindisi e festeggiamenti. Peccato.

Attraverso il Pakistan in treno

Scampato il pericolo di Quetta il viaggio in treno attraverso il Pakistan fu gradevole.

La nostra idea originaria fu quella di arrivare in India il più velocemente possibile. Eravamo a conoscenza della situazione critica in Pakistan e che era sconsigliato andare in Pakistan se non strettamente necessario secondo il sito viaggiare sicuri della Farnesina. Una volta entrati nel Paese e sopravvissuti a Taftan e Quetta decidemmo che avremmo dovuto passare almeno qualche giorno in Pakistan e visitare qualche luogo. Visto che eravamo lì tanto valeva approffitarne e se la situazione fosse precipitata saremmo scappati al più presto.

Dall'Iran al Pakistan, Zahedan-Mirjaveh-Taftan-Quetta, viaggio attraverso l'inferno

Cominciammo il nostro viaggio attraverso l'inferno alla mattina presto.

Dopo aver lasciato Bam entrammo presto nella giurisdizione di Zahedan e dopo aver passato un paio di controlli di polizia una guardia salì con noi per la nostra protezione. Cosa potesse fare un poliziotto in caso di aggressione contro di noi, non ci fu mai chiaro. Più che protetti ci sentivamo noi i sorvegliati. “Fate in modo che se ne vadano il più velocemente possibile.” Questo ci sembra l’ordine impartito dall’alto.