13.01 Le cascate Vittoria
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“COSA?” - “...”
“NON TI SENTO. PARLA PIU’ FORTE.” - “…”
“CHE?” - “…”
“OH, SI’ CERTO SONO BAGNATO FRADICIO.” - “…”
“HO DETTO CHE SONO BAGNATO ANCH’IO.” - “…”
“MI SENTI?” - “…”
“NO. ALLORA… VAFFANCULO.” - “…”
“NO, NO, NIENTE. LASCIA PERDERE NON E’ IMPORTANTE. TE LO DICO DOPO.”
Non era possibile sentirsi sotto lo scroscio d’acqua del “Fumo che tuona” in lingua locale, ovvero le Cascate Vittoria. Lo Zambesi scorre ricco d’acqua tra Zambia e Zimbabwe, prima di essere inghiottito dal vuoto di una gola lunga e profonda. Ci sono due città su ciascun lato del fiume, Victoria Falls in Zimbabwe e Livingstone in Zambia a circa una decina di chilometri dal confine. Io ero arrivato a Livingstone dalla Namibia e ora ammiravo le cascate da quel lato.
Presi una navetta dall’ostello Jollyboys fino alle cascate e superato l’ingresso mi diressi verso la parte alta del fiume, dove lo Zambesi scorre calmo e placido. C’era un punto panoramico da dove si vedevano di sbieco le cascate, ma si osservava benissimo la massa di schiuma bianca intrappolata nella gola e che spingeva furiosa per uscirne da una stretta uscita. Gli spruzzi d’acqua salivano alti al cielo trasportati dal vento formando una serie di arcobaleni uno più bello e luminoso dell’altro. La cascate non si vedevano bene da quella posizione ma se sentivano le loro potenti grida, tale era l’impeto delle acque che si infrangevano sulle rocce.
Era incredibile vedere lo scorrere lento del fiume sulla destra che si avvicinava ignaro o rassegnato al vuoto e poi si lasciava precipitare e lo si trovava decine di metri più sotto agitato e arrabbiato come quando ci si sveglia di soprassalto. Mi sembra che le cascate lo avessero svegliato e che a lui questo non fosse piaciuto affatto.
Feci un largo giro e mi trovavi di fronte alle cascate. Ora potevo ammirare il muro di schiuma bianca che sbatteva violentemente contro tutto e continuava a farlo da milioni d’anni. Se l’acqua a valle potesse parlare con quella a monte forse le direbbe di cambiare corso, di prendere un’altra strada più semplice e tranquilla. E sarebbe un vero peccato. Secondo me lo Zambesi si divertiva in quella cascata.
Spruzzi e particelle d’acqua lottavano contro la forza di gravità e risalivano alte nel cielo fino a superare la parte alta dello Zambesi e ricadere sulla parte opposta oltre la gola. Il vento e l’enorme quantità d’aria spostata dalla forza del fiume spingevano questa perenne pioggia sotto un cielo limpido cadendo sulla foresta. Si poteva attraversare la foresta e passare oltre un ponte scivoloso per aver di fronte quella dimostrazione di forza e potenza unica al mondo a qualche decina di metri. Bisognava attraversare la zona coperti da un impermeabile o rassegnarsi a uscirne bagnati fradici. Il frastuono era assordante e rendeva impossibile qualsiasi comunicazione a più di un paio di metri di distanza.
Scesi al Boiling Point, il punto più basso delle cascate oltre la stretta uscita da dove tutta l’acqua si riversa spingendo per continuare la sua corsa verso l’Oceano. La si vede lottare e poi calmarsi e scivolare via veloce ma non più arrabbiata lungo la seconda parte della gola che accompagna il fiume per un lungo tratto del suo cammino cercando di calmarlo.
Restai lì all’asciutto per un paio d’ore ad osservare affascinato quello spettacolo millenario. Ritornai a Livingstone con una coppia di italiani in viaggio di nozze condividendo con loro il taxi per il ritorno.
Che spettacolo.
- blog di Unprepared Andrea
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