Chengdu e il grande Budda
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Dopo due giorni di treno, QUARANTACINQUE ORE, arrivammo a Chengdu. Eravamo finalmente in Cina! Nella Cina che volevo toccare con mano.
Per una strana ragione mi sentii quasi “a casa”. Ma com’era possibile quella sensazione di sollievo? Non mi trovavo forse in un Paese dove la gente non parla inglese e con una cultura millenaria totalmente diversa dalla mia? E non erano forse comunisti e perciò “nemici”? Non ho mai creduto che i comunisti mangiassero i bambini, quindi, forse, non erano poi così cattivi… Stereotipi capital-occidentali, da cancellare dalla mente per poter veramente assaporare il gusto della vita da queste parti.
Dopo aver fatto una passeggiata in centro ebbi la mia risposta: consumismo, questo era quello che mi faceva sentire più a mio agio rispetto all’Iran, al Pakistan, all’India o al Nepal, Paesi che avevo appena attraversato. Camminavo sotto grattacieli bagnati da una pioggia leggera e fredda e attorno vedevo il traffico ordinato di una grande città di milioni di abitanti. Ovunque mi girassi vedevo simboli familiari grazie al mio precedente lavoro e periodo a Milano: Gucci, Ermenegildo Zegna, Prada, Louis Vitton, etc… Beni di lusso per una società dove la ricchezza è una componente importante e dove il consumo è al centro.
Tristemente capii che il sentirsi più o meno a proprio agio in un luogo, non è tanto la vicinanza della lingua, cultura, delle tradizioni, della religione, della visione politica, quanto l’attitudine al consumo di una società e la conseguente quantità e tipologia di negozi. Strutturalmente sarei potuto essere in una città dell’occidente, un posto vicino a me. Inoltre gli ultimi tre Paesi attraversati erano in via di sviluppo, più il Tibet. Una sana boccata di consumo per riprendere un po’ di energia.
Mangiai cinese e constatai che mi piaceva, anzi ero proprio entusiasta della cucina locale. Andy ci faceva da guida e interprete e con lui organizzammo il viaggio per il giorno seguente a Leshan per vedere la statua del più grande Budda al mondo, dopo che i talebani fecero saltare in aria le loro in un’ondata di cieco fanatismo nel 2001.
Prendemmo l’autobus e alla stazione d’arrivo venimmo avvicinati da un improvvisato autista di taxi non ufficiale. Accettammo di farci portare in giro, al Budda, a mangiare e al nostro hotel. Mangiammo una sorta di pesce gatto molto buono. Anche se avevo ancora difficoltà nell’armeggiare i bastoncini cinesi per mangiare, onorammo il pasto davanti a noi come si deve o come tre affamati senza cibo da una settimana.
In Cina il cibo non è costoso, ne’ lo sono gli alloggi. In proporzione a questi, il trasporto e i biglietti di ingresso ai monumenti sono invece un gesto vampiresco. Ciononostante pagammo i 90 yuan per entrare nel parco e rimasi positivamente stupito, non tanto dalla statua, enorme che guarda i tre fiumi di Leshan congiungersi e a volte creare delle inondazioni, quanto il parco e i padiglioni. Fu un piacevole pomeriggio anche se coperto di nuvole.
L’autista ci venne incontro lungo la strada e ci portò all’Hotel Teddy Bear di Emei, dove ad accoglierci, oltre che agli orsacchiotti di peluche, c’era l’accogliente padrona che ci diede le informazioni necessarie per la nostra escursione per il giorno dopo e per il viaggio futuro per Shangri La.
Ero in Cina da poco e già mi piaceva. Se non fosse per quella lingua fatta di segni incomprensibili… Abbondai col tè verde e dormii profondamente.
- blog di Unprepared Andrea
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Commenti
sei stato a vedere il budda
sei stato a vedere il budda in pietra più grande del MONDO!
dopo aver visto il budda in legno più grande del MONDO, in giappone, puoi mettere un'altra bella crocetta sulla mappa :)
le avventure di andrea continuano vedo. tra le opzioni del sondaggio sulla durata del tuo viaggio in effetti non c'è quella di terminare il viaggio per caduta in burrone quindi vai tranquillo :)
cercherò anche di andare a
cercherò anche di andare a vedere la statua del Budda in bronzo sopra una collina circondata da alberi in un'isola con le gambe incrociate con il sentiero che arriva da destra e gli fa il giro intorno, più grande del mondo.
Ieri ho visto il letto a castello con le lenzuola blu, la struttura in legno e con le bande laterali vicino ad un televisore, in un ostello, in una stanza per tre, più piccolo al mondo. anche questo paragonabile al Giappone, alla nostra camera a Kyoto.
Hai ragione, No burroni sulle cause di fine viaggio :))))