Giorno 6 Namche Bazar-Everest View Hotel-Kunde-Namche Bazar

Dei quattro solo Jindra vuole fare un giretto di mezza giornata attorno a Namche. Saliamo per il sentiero dal quale sono sceso due giorni da Kumjung. Passiamo davanti all’Everest View Hotel a 3900 metri e appuriamo che si vede veramente l’Everest!

E’ la seconda volta che vedo il bestione e stavolta sembra stia fumando. Da sinistra verso destra tira vento lassù a 8848 metri e una nuvola, o forse neve viene fatta volare lasciando una scia che dalla cima si disperde nel cielo.

Jindra sistema tutto il suo equipaggiamento che consiste in due chili di treppiede e una paio di chili di macchina fotografica con due lenti. Io tiro fuori la mia digitale Panasonic. Il mio equipaggiamento è piccolo. Ce l’ho più piccolo, è un dato di fatto. Per un istante mi viene il complesso di inferiorità, ma svanisce presto vedendo l’impaccio e la perdita di tempo per una foto che è uguale alla mia.

Jindra è il ragazzo di Ania, e l’avevo incontrato solo un paio di volte. La prima volta non eravamo andati al di là di un “Ciao”, la seconda era al matrimonio dell’amica comune Beatriz, e avevamo scambiato qualche parola in più affascinati dal fatto che le palline da golf della tenuta dove si celebrava il matrimonio galleggiavano sia sul laghetto annesso sia nei bicchieri di vino bianco.

Quella mattinata fu divertente. Chiacchieravamo in modo sciolto e fu una piacevole passeggiata. Jindra è una persona di poche parole. Gli piace aver ragione, ma sa anche ascoltare e scherzare dando ragione agli altri quando è il caso. Al contrario di me, lui era un viaggiatore preparato.

Torniamo alla baracca e vediamo Ania, Franta e Marcela che lavano i panni sporchi da una fonte insieme ai locali. Corro a prendere le mie mutande e i miei calzini e li imito. Li mettiamo ad asciugare al sole appoggiati alle recinzioni come fa la gente di lì. Per sera abbiamo la biancheria pulita e pronta per il viaggio che ci aspetta.

Purtroppo alla sera arrivano brutte notizie per il nostro, mio e di Franta, viaggio in Tibet. Saremmo dovuti partire fra due settimane, di sabato, ma il governo cinese ha deciso di chiudere il confine per tre-quattro o più settimane a piacere loro. Mister Kul ci ha chiamato e comunicato la spiacevole notizia. Sembra che a causa di un non so bene quale anniversario del Dalai Lama, le autorità cinesi abbiano deciso di non ammettere stranieri per il loro bene. Temono che i tibetani si comportino male verso gli stranieri. Certo, ragionamento logico. I tibetani odiano gli stranieri, questo è risaputo...

Che fare ora? Tornare a Kathmandu entro la data prevista passare altre tre settimane in Nepal? In questo caso abbiamo bisogno del prolungamento del visto per il Nepal. E inoltre ridurrebbe di metà il soggiorno nella grande Cina. Oppure prendere il primo volo per Hong Kong senza compromettere il viaggio in Cina, ma mandando alla malora viaggiare per l’Asia via terra? Prolungare di una settimana il trek e sperare di tornare per tempo per prolungare il visto? Se rimaniamo più a lungo allora andremo a Gokyo e poi al campo base, altrimenti diretti al campo base.

Ci sono parecchie variazioni al tema. Il nostro piano è saltato e ora dovremo improvvisare. Beh, non è poi una cosa che non facciamo spesso… Io e Franta concordiamo nel rimandare la decisione all’ultimo momento e in particolar modo al bivio per Gokyo e per il campo base.

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ciao Andrea,
complimenti.
Visto però che non ho voglia di leggere tutti i resoconti mi dici tu quali sono i migliori? così risparmio un po' di tempo
anzi, chiedi qi tuoi seguaci di blog di dare un voto :)

eh, sai che sono prolisso...

eh, sai che sono prolisso... e meta' devono ancora arrivare! puoi leggerli mentre sei in bagno, no? cmq la versione breve fa piu' o meno cosi':

Sono salito e sono sceso. Veni, vidi, "scesi".

Magari aver la possibilita' di votare i post. Non sono un IT...

un saluto ad Adriano

le foto però sono carine,

le foto però sono carine, soprattutto quella con le pantofole viola dell'ikea :)