Maggio 29

Sono rientrato dal ritiro nel deserto del(i) Gob(b)i meditando sul perchè di una Juve allo sbando...

Ho deciso di berci sopra... una buona Budvar ceca ad Ulaanbaatar risolve i problemi e mi riporta a casa.

Sì, viaggiare!

Finalmente mi sento come a casa, finalmente sono di nuovo in viaggio.

Viaggiare è pericoloso. Si può diventare dipendenti e non voler smettere più. A volte ci si ferma più a lungo in un luogo, ma è solo questione di tempo prima di mettersi lo zaino in spalla e presentarsi alla stazione dei treni. Chi è malato lo sa, ma non riesce a trovare una cura a questa malattia. Ci si illude di poter smettere quando si vuole perché si è consci di ciò che scorre nelle proprie vene. Ma pochi sono quelli che riescono a dire basta alle sigarette, e lo stesso vale per chi viaggia.

Flamenco cinese

Jose alla chitarra ritmica, Jorge alla leading guitar e voce, Carlos basso e Aziz alle percussioni.
Pechino Guitar festival, parco Haidian. Sul palco quattro cinesi suonano flamenco, un flamenco cinese. Jorge ha i capelli lunghi e occhiali da sole anche se è buio quando inizia il loro concerto. Carlos è sulla sinistra, quasi si nasconde. Jose sta un passo dietro al cantante e ha dei capelli lunghissimi fino alle anche, ovviamente neri e lisci come tutti i cinesi. Aziz invece è seduto e indossa una maglietta con scritte arabe e ha una faccia medio orientale ma con gli occhi a mandorla adornata da un curato pizzetto, un mussulmano cinese.

Maggio 18

Il festival rock a Pechino mi ha portato un po' di gioia occidentale a ritmo della musica che mi mancava da mesi e mesi. Mi accorgo che batteria e chitarre urlanti scandiscono il ritmo della mia vita e riescono sempre ad entrarmi dentro l'anima e rapirmi, come una mano fantasma che si allunga verso di me, perfora il mio torace chiude la spettrale mano sul mio cuore e lo strappa via.

Anche se a farlo è un chittarista giapponese che sembra un lottatore di sumo...

Domani Mongolia. Ciao Cina, sei stata una sorpresa. Non so ancora cosa pensare di te...

Maggio 15

"Dice che è proibito, proibito anche pensare
Sono proibito di qualcuno è castigare" Proibito, Litfiba

Nel mio ostello compare questo cartello, mi sa che non posso fare affari qui a Pechino...

Domani "Inner Mongolia", poi Mongolia vera e propria!

Maggio 13

Europa - Cina Basket a Pechino. Gliele abbiamo suonate di brutto!

Insieme a Franta, Rep Ceca, e Tom, un ubriacone inglese, non abbiamo dato scampo ai poveri cinesi che ci sfidavano al campetto tra i grattacieli del centro di Pechino.

Shanghai e l'Expo mondiale

Prima di arrivare a Shanghai ci fermammo a Hangzhou. Scendemmo dal treno alla stazione Sud, lontanissima dal centro e convinti di essere in quella Centrale proseguimmo a piedi. Dopo alcuni chilometri tra palazzi e centri commerciali cominciammo a chiedere in giro dove eravamo. Nessuno ci rispondeva, e non tentavano nemmeno di cercar di capire cosa volevano quattro turisti chiaramente persi. Finalmente incontrammo una signora che ci indico l’autobus da prendere. In tre quarti d’ora arrivammo in centro. E noi volevamo camminare fino a lì…

Il carso cinese a Yangshou

Lo spettacolo di Yangshou è unico e fa impallidire l’idea di Carso che portavo con me dagli anni dell’Università. Le montagne rocciose s’innalzavano dalla terra come una letto di aculei di un fachiro e attraverso esse scorreva il fiume e ovunque campi di riso e piste ciclabili. Ovunque c’erano pure venditori di ogni genere di tour e prodotti che in un non inglese mi bloccavano ad ogni angolo. Il primo maggio si avvicinava e si stavano scaldando per la marea di turisti che si sarebbe presto riversata nella cittadina turistica.

Hong Kong e Macau una giungla di grattacieli e verde

Hong Kong, Cina o no? Se ho avuto bisogno del passaporto per entra a Hong Kong dalla Cina, allora Cina proprio non è. E neppure i cinesi ci possono andare senza il permesso. Quindi per me, Hong Kong non era lo stesso Paese che avevo appena attraversato.

Gli altissimi grattacieli che mi accolsero e la marea di gente che di corsa andava per strada, forse non sapendo bene dove, ma l’importante era correre, mi fecero capire che mi trovavo altrove e che non era la stessa nazione dove avevo preso il treno alla mattina.

Sangri-La e la gola della tigre saltante

Non si può dire di aver viaggiato in autobus se non si è mai saliti su un autobus a lunga percorrenza cinese con i lettini per passarci la notte. Ci sono tre file di letti singoli a castello dove i piedi si infilano sotto il letto di chi sta davanti in un buco che diventa cuscino rigido. Inoltre se si arriva alla mattina presto o nel cuore della notte, si può rimanere a bordo a dormire.