Pushkar, il lago asciutto

Il lago di Pushkar viene pulito ogni venti, trent’anni e questo era l’anno giusto!
Arrivammo dopo un viaggio di cinque in un autobus con venti posti passando via Ajmer e scavalcando una collina rocciosa piena di tornanti dove delle scimmie ci davano il benvenuto sedute sui parapetti. Lungo la strada ci accompagnava il color ocra e terra arida. Non faceva caldo, ma fortunatamente andavamo lontano dal freddo di Delhi e del Punjab.

Le gemme di Jaipur

Come si può dire di no a 20.000 dollari quando sono praticamente regalati? Quanto a lungo potrei viaggiare con quella cifra? Al solo pensiero della truffa delle gemme di Jaipur continuai ridere per giorni. La storia andò più o meno così.

Jaipur, la battaglia degl'aquiloni

“Quattro sono le cose importanti nella vita: il profumo, che ti penetrano l’anima; i fiori, dai colori e dalle forme divine e dai quali provengono i profumi; i figli, simbolo del compimento del volere divino; e soprattutto la musica, che con divina armonia unisce il mondo e tocca le corde dello spirito. Senza questi quattro elementi, non si può essere felici.” Questo era il pensiero di Rumashat, pittore musicista di Jaipur.

Un caorlotto alla fine dell'India

Dopo quasi quindese mie kioemtri in treno e in autobus son rivà da me xio in India a Kanniyakumari. Me xio ga fato sta strada tante volte e mi go pensà de ripercorea fin qua par venir a trovarlo, par veder come un caorlotto vive aa fine dell’India…

Vorrei continuare a scrivere in dialetto come un caorlotto ha incontrato suo zio caorlotto in India, ma: primo, a scuola non ci insegnano a scrivere in dialetto, la nostra è una lingua parlata, non scritta, e spero non si perda; secondo, dopo quindicimila chilometri percorsi in treno e autobus da Istanbul, Turchia, a Kanniyakumari, la fine dell’India in un Paese con oltre venti lingue ufficiali e decine di non ufficiali, beh, anche il mio dialetto si confonde.

L'ufficio informazioni di Delhi

L’autobus impiegò circa 16 ore per coprire il tragitto da Amritsar e Delhi attraverso la nebbia. Era un autobus notturno per turisti, almeno così ci fu detto. Avevamo un posto letto, un letto doppio e il finestrino era in plastica che vibrava ad ogni sorpasso a causa dello spostamento d’aria e che lasciava passare spifferi gelidi.

Amritsar e la British conspiracy

“Secondo voi chi tira i fili del mondo di adesso? Chi è il gran burattinaio che governa il mondo?”
“Ovvio, gli Stati Uniti.” Risposi. “Sono loro che fanno il bello e il cattivo tempo in giro per il mondo.”
“Ed è proprio qui che ti sbagli.” Disse il didattico Michal. “Nulla succede senza il consenso dei gentlemen vestiti di tutto punto a Londra.”
La British conspiracy era la nuova teoria che Michal introdusse nel mio mondo. Ne avevo sentite innumerevoli, ma che gli inglese detenessero ancora il potere nel mondo m’era sfuggita.

Hindustan zindabad! Pakistan zindabad!

Avevamo solo cento rupie, quelle pakistane, e dovevamo andare in India. Non molte, ma ce le dovevamo far bastare. Sarebbe stato comodo prendere un taxi, ma se ci sono i mezzi pubblici, perché non prenderli e risparmiare?

I cristiani di Lahore

Non capita spesso di cenare seduto per terra in una stanza al primo piano dove si officiano funzioni cristiane nel cuore della città vecchia di Lahore in una repubblica islamica come il Pakistan.

Incontrammo i cristiani di Lahore durante la nostra visita alla moschea. Quale posto migliore per incontrare i pochi non mussulmani in Pakistan, no? Inizialmente Mister Peter, come lo chiamavano i suoi amici, ci avvicinò offrendo il suo aiuto come guida.

Food street a Lahore, gioie e dolori

A Lahore ci abbuffammo come non mai. Sfortunatamente con conseguenze poco piacevoli…

Arrivammo a Lahore la notte del 31 dicembre 2009. Avremmo passato capodanno in Pakistan e sapevamo che nei Paesi mussulmani non si festeggia con il veglione di San Silvestro, festa prettamente commerciale di stampo occidentale e esportata nei Paesi che ci copiano ma che non si mescola molto bene con l’Islam e il calendario arabo. Speravamo che a Lahore, seconda città del Pakistan e centro educativo e culturale, ci fosse almeno una comunità internazionale che festeggiasse. Invece ci ritrovammo in giro per la Food Street piena di gente che mangiava, ma che non festeggiava. Avremmo dovuto passare un capodanno senza brindisi e festeggiamenti. Peccato.

Attraverso il Pakistan in treno

Scampato il pericolo di Quetta il viaggio in treno attraverso il Pakistan fu gradevole.

La nostra idea originaria fu quella di arrivare in India il più velocemente possibile. Eravamo a conoscenza della situazione critica in Pakistan e che era sconsigliato andare in Pakistan se non strettamente necessario secondo il sito viaggiare sicuri della Farnesina. Una volta entrati nel Paese e sopravvissuti a Taftan e Quetta decidemmo che avremmo dovuto passare almeno qualche giorno in Pakistan e visitare qualche luogo. Visto che eravamo lì tanto valeva approffitarne e se la situazione fosse precipitata saremmo scappati al più presto.